DIO VUOLE GUARIRE TUTTI ?
DIO VUOLE GUARIRE SEMPRE ?
La risposta è SI', la perfetta volontà di Dio per ogni persona è la guarigione.
Bisogna però precisare e inquadrare meglio questa verità, data la scarsa evidenza di quanto affermato.
Dio ha una volontà di bene verso ogni persona in ogni area della sua vita.
Dio vuole che tutti vivano in pace ed onestà, vuole che tutti credano in Gesù e che siano perdonati e salvati, vuole che ogni credente abbia una vita di preghiera regolare e profonda, che non maledica, insulti o sparli del prossimo, vuole che tutti si aprano ai doni dello Spirito ed abbiano una mente libera, pulita e rinnovata, e via dicendo …… ma così, perlopiù, non avviene. Non perché Dio non vuole ma perché l'umanità in gran parte non si sottomette alla sua volontà, compresi quelli che si dicono suoi.
Non dobbiamo desumere la volontà di Dio da ciò che accade nel mondo, ma dai vangeli. Anche se vediamo poca onestà e rettitudine in questo mondo, questo non significa affatto che Dio non voglia che tutti siano onesti e retti; anzi.
Così Dio vuole provvedere e guidare i suoi figli in ogni aspetto della loro vita: il lavoro, le necessità economiche, la scelta del coniuge, la vita familiare, un ministero (una funzione) nella chiesa e via dicendo; Dio ha una volontà di bene verso tutti, condizionata però alla fede in Gesù e all'osservanza dei suoi comandamenti.
E proprio a causa della durezza e della ribellione a Dio e alle sue leggi, l'umanità non sperimenta quel tipo di vita e di relazione che Dio sicuramente vuole per i suoi figli.
Mi piace il paragone tra l'amore di Dio e una mano con le sue dita: posso dire di volere la mano senza le dita?
Si può dire di credere e volere ricevere l'amore di Dio senza credere e voler ricevere le sue manifestazioni pratiche?
Devi credere che Dio ti voglia dare perdono e pace, forza e stabilità interiori, luce e guida in tutte le tue situazioni, guarigione e forza fisica per affrontare la vita, provvidenza economica per sostenerti.
Gesù stesso ci ha indicato di pregare così: “Padre…… dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11); il pane quotidiano significa tutto ciò di cui abbiamo bisogno sia per la vita materiale che per quella spirituale.
Il Padre poi, tramite Gesù, ha manifestato il suo volto e la sua perfetta volontà: “Gesù andava attorno per tutta la Galilea . . . . . curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva (Mt 4,23-24).
Solamente a Nazareth, dove lo conoscevano meglio (o pensavano di conoscerlo), a causa dell'incredulità generale furono guarite solo poche persone (Mc 6,1-5).
Gesù a sua volta trasmise la sua autorità agli apostoli per scacciare demoni e guarire ogni sorta di infermità, comandando di esercitarla: “guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.” (Mt 10,1-8). Mentre loro, invece, erano ben pronti a bloccare chiunque altro facesse miracoli nel nome di Gesù (Mc 9,38-40).
Oggi purtroppo molte chiese sono come Nazareth e molti pastori come gli apostoli (prima che ricevessero lo Spirito Santo in pienezza), dove la presenza soprannaturale dello Spirito è legata ed impedita.
Non bisogna adeguare "la sua parola" alla realtà che si sperimenta o che si vede attorno ma, tramite la fede, elevare la realtà al livello della sua parola. Molti guardando alle loro esperienze o a ciò che succede nel mondo ne deducono che Dio non esiste o, se esiste, si disinteressa dell'umanità.
Invece, partendo dalle scritture, ognuno di noi è chiamato a credere nella volontà di bene che Dio ha verso tutti, a proclamarla e poi a viverla, seguendo i suoi comandamenti e il suo Spirito e confidando nel suo amore e nella sua cura per noi: “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7,11).
Qualcuno si ricorda il famoso passo dove quel malato si presenta a Gesù per essere guarito e Gesù lo rimanda indietro con le parole: ”Accetta la tua croce e porta la malattia in pace!” ? No, nessuno se lo può ricordare perché non esiste.
Questa “teologia dell'accettazione dei mali" è stata l'invenzione di una chiesa progressivamente sempre più vuota dello Spirito Santo e delle sue manifestazioni, che ha adattato le parole del vangelo alle difficoltà della vita.
Siamo chiamati a lodare Dio e rallegrarci in ogni circostanza, non ad “accettare” ogni circostanza.
La croce quotidiana sono i doveri quotidiani vissuti alla luce della fede cristiana: alzarsi al mattino, andare a lavorare, sopportare le persone (perdonandole e pregando per loro), dare tempo ed energia per i familiari, impegnarsi per il prossimo, pregare ogni giorno, mentre adempiamo la specifica chiamata di Dio sulla nostra vita; non accettare malattie, infermità e problemi.
Gesù alla croce si è caricato del nostro peccato, delle nostre colpe, della nostra vergogna ma anche delle malattie, dei dolori, del disagio mentale e psicologico, della povertà e della miseria, perché noi fossimo liberi da tutte queste cose.
Guarigione e provvidenza non sono doni per i perfetti, che non esistono, ma per chi indirizza la sua vita a Dio e lo cerca ogni giorno, nonostante gli sbagli, gli errori e le difficoltà. Non sono eventi eccezionali che si verificano raramente e solo per pochi, ma la normalità di “piccoli e fragili credenti” che seguono, confidano (in) e adorano un grande Dio.
Bisogna però precisare e inquadrare meglio questa verità, data la scarsa evidenza di quanto affermato.
Dio ha una volontà di bene verso ogni persona in ogni area della sua vita.
Dio vuole che tutti vivano in pace ed onestà, vuole che tutti credano in Gesù e che siano perdonati e salvati, vuole che ogni credente abbia una vita di preghiera regolare e profonda, che non maledica, insulti o sparli del prossimo, vuole che tutti si aprano ai doni dello Spirito ed abbiano una mente libera, pulita e rinnovata, e via dicendo …… ma così, perlopiù, non avviene. Non perché Dio non vuole ma perché l'umanità in gran parte non si sottomette alla sua volontà, compresi quelli che si dicono suoi.
Non dobbiamo desumere la volontà di Dio da ciò che accade nel mondo, ma dai vangeli. Anche se vediamo poca onestà e rettitudine in questo mondo, questo non significa affatto che Dio non voglia che tutti siano onesti e retti; anzi.
Così Dio vuole provvedere e guidare i suoi figli in ogni aspetto della loro vita: il lavoro, le necessità economiche, la scelta del coniuge, la vita familiare, un ministero (una funzione) nella chiesa e via dicendo; Dio ha una volontà di bene verso tutti, condizionata però alla fede in Gesù e all'osservanza dei suoi comandamenti.
E proprio a causa della durezza e della ribellione a Dio e alle sue leggi, l'umanità non sperimenta quel tipo di vita e di relazione che Dio sicuramente vuole per i suoi figli.
Mi piace il paragone tra l'amore di Dio e una mano con le sue dita: posso dire di volere la mano senza le dita?
Si può dire di credere e volere ricevere l'amore di Dio senza credere e voler ricevere le sue manifestazioni pratiche?
Devi credere che Dio ti voglia dare perdono e pace, forza e stabilità interiori, luce e guida in tutte le tue situazioni, guarigione e forza fisica per affrontare la vita, provvidenza economica per sostenerti.
Gesù stesso ci ha indicato di pregare così: “Padre…… dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11); il pane quotidiano significa tutto ciò di cui abbiamo bisogno sia per la vita materiale che per quella spirituale.
Il Padre poi, tramite Gesù, ha manifestato il suo volto e la sua perfetta volontà: “Gesù andava attorno per tutta la Galilea . . . . . curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva (Mt 4,23-24).
Solamente a Nazareth, dove lo conoscevano meglio (o pensavano di conoscerlo), a causa dell'incredulità generale furono guarite solo poche persone (Mc 6,1-5).
Gesù a sua volta trasmise la sua autorità agli apostoli per scacciare demoni e guarire ogni sorta di infermità, comandando di esercitarla: “guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.” (Mt 10,1-8). Mentre loro, invece, erano ben pronti a bloccare chiunque altro facesse miracoli nel nome di Gesù (Mc 9,38-40).
Oggi purtroppo molte chiese sono come Nazareth e molti pastori come gli apostoli (prima che ricevessero lo Spirito Santo in pienezza), dove la presenza soprannaturale dello Spirito è legata ed impedita.
Non bisogna adeguare "la sua parola" alla realtà che si sperimenta o che si vede attorno ma, tramite la fede, elevare la realtà al livello della sua parola. Molti guardando alle loro esperienze o a ciò che succede nel mondo ne deducono che Dio non esiste o, se esiste, si disinteressa dell'umanità.
Invece, partendo dalle scritture, ognuno di noi è chiamato a credere nella volontà di bene che Dio ha verso tutti, a proclamarla e poi a viverla, seguendo i suoi comandamenti e il suo Spirito e confidando nel suo amore e nella sua cura per noi: “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7,11).
Qualcuno si ricorda il famoso passo dove quel malato si presenta a Gesù per essere guarito e Gesù lo rimanda indietro con le parole: ”Accetta la tua croce e porta la malattia in pace!” ? No, nessuno se lo può ricordare perché non esiste.
Questa “teologia dell'accettazione dei mali" è stata l'invenzione di una chiesa progressivamente sempre più vuota dello Spirito Santo e delle sue manifestazioni, che ha adattato le parole del vangelo alle difficoltà della vita.
Siamo chiamati a lodare Dio e rallegrarci in ogni circostanza, non ad “accettare” ogni circostanza.
La croce quotidiana sono i doveri quotidiani vissuti alla luce della fede cristiana: alzarsi al mattino, andare a lavorare, sopportare le persone (perdonandole e pregando per loro), dare tempo ed energia per i familiari, impegnarsi per il prossimo, pregare ogni giorno, mentre adempiamo la specifica chiamata di Dio sulla nostra vita; non accettare malattie, infermità e problemi.
Gesù alla croce si è caricato del nostro peccato, delle nostre colpe, della nostra vergogna ma anche delle malattie, dei dolori, del disagio mentale e psicologico, della povertà e della miseria, perché noi fossimo liberi da tutte queste cose.
Guarigione e provvidenza non sono doni per i perfetti, che non esistono, ma per chi indirizza la sua vita a Dio e lo cerca ogni giorno, nonostante gli sbagli, gli errori e le difficoltà. Non sono eventi eccezionali che si verificano raramente e solo per pochi, ma la normalità di “piccoli e fragili credenti” che seguono, confidano (in) e adorano un grande Dio.